"Hai ripensato al mio appuntamento di oggi?" mi chiese Rossella, con tono malizioso, mentre cucinavo. "Si, tutta la notte", risposi, con la voce rotta dall'umiliazione, dal dolore del tradimento che stavo per subire, o dall'eccitazione. "E hai desiderato masturbarti mentre ci pensavi?" "Si..." risposi, mio malgrado. "Se fai per filo e per segno tutto quello che ti chiedo, oggi," disse lei, "questa sera ti concederò di... arrivare in fondo, per una volta." "In fondo?" chiesi, confuso. "Si, stupido. Di venire."
Rimasi in silenzio qualche secondo. Forse volutamente, la sua frase mi lasciava il dubbio: era lei che mi avrebbe fatto venire? Come? O mi sarei semplicemente dovuto - potuto - masturbare? In ogni caso, il pensiero me lo fece diventare ancora più duro. "Grazie," risposi. Nella mia mente ancora dubbi: mi eccitava il fatto di poter venire? O il fatto che sarei stato costretto a godere dell'idea che mia moglie si era data a un altro? Forse la seconda cosa...
"Cosa devo fare?"
"Per cominciare, ora, mentre mi servi la colazione, io terrò le cosce spalancate, e tu mi dimostrerai di essere diligente e non guarderai... lì, nemmeno una volta. Guarda per terra."
"Va bene", mormorai, mentre percepivo con la coda dell'occhio che Rossella aveva appoggiato anche l'altra gamba all'altro bracciolo della sedia, spalancando del tutto le gambe.
"Poi," continuò lei, "per oggi mi devi un extra di servilismo per quello che ti ho promesso, quindi voglio che rispondi "va bene padrona" o "si padrona". Non è una cosa che dovrai fare sempre: per oggi sarà così. Hai qualcosa in contrario?"
"No, padrona", risposi, dimostrando subito la mia protenzza a sottomettermi. Un brivido di eccitazione mi percorse la spina dorsale, convergendo nel mio membro turgido e frustrato.
"Ottimo," disse lei. Versai il caffelatte nella tazza preferita di Rossella, e preparai un piatto con biscotti e pasticcini.
"Quando avrò finito la colazione, e avrai sparecchiato, andrai in camera e sceglierai il mio completino intimo più sexy, quello che ti piacerebbe di più che indossassi per te... Voglio che osi, so che ti piace immaginarmi addobbata da porca, scegli di conseguenza. Immagina quello che indosserei nella serata dei tuoi sogni."
"Si padrona".
"E una volta che lo hai scelto, mentre mi faccio il bagno, preparamelo in ordine sul letto e contemplalo in ginocchio, pensando che stasera Marco mi vedrà col completino dei tuoi sogni, e masturbati."
Deglutii. Mi vedrà?
"Si, padrona," risposi.
"Se questo ti eccita di più - e credo proprio che di si - tieni presente che tu non mi vedrai con quel completino. Sicuramente non oggi, almeno. Lo spettacolo è riservato. Tutto chiaro?"
"Si, padrona," risposi ancora, umiliato dallo spettacolo che stavo dando a mia moglie - dato che a quelle ultime parole di Rossella, immancabilmente, il mio membro già duro aveva avuto un imbarazzante movimento, sollevando oscenamente il grembiulino. Sapevo che lei avrebbe colto l'occasione per infierire...
"Guardami negli occhi, ora", disse lei, infatti. Io obbedii, sollevando gli occhi da terra e incontrando il suo sguardo, mentre le guance mi avvampavano. "Sbaglio," disse lei sorniona, fissandomi con un sorriso malizioso, e avvicinando pericolosamente la punta dell'indice al mio membro coperto dal grembiulino, "o questo birbante trema di piacere ogni volta che ti nego qualcosa?"
"No... non sbagli, padrona" risposi, sentendo di starmi sempre più arrendendo a qualcosa che sarebbe stato difficile controllare.
"Sei così eccitato che basterebbe sfiorarti con la punta di un dito per farti sporcare tutto il tuo bel grembiulino... e tutto perché sai che oggi Marco avrà tutto... e tu niente... non è così?"